Valore e valutazione: si tratta, come il tratto a monte di Cogoleto ed Arenzano, di una zona dell'Appennino ligure occidentale molto vicina alla costa del golfo di Genova dove si alternano aree rocciose e rupestri, boschi di origine naturale o per lo più frutto di rimboschimenti risalenti alla metà del XX secolo, praterie e isolate zone umide di modesta estensione. Come per la val Cerusa, prevale la presenza di substrati rocciosi di natura ofiolitica. Il sito confina con il Parco regionale delle Capanne di Marcarolo (Bosio AL).
Descrizione caratteri ed elementi: l’area, dal punto di vista ecologico presenta analogie, oltre ad esserne in continuità, con i pregevoli sistemi di praterie sommitali ubicati più a ponente verso i Comuni di Urbe, Sassello e maggiormente Arenzano. Se ne distingue per una minor compressione dei piani altitudinali che determinano la presenza di altipiani e in generale morfologie in genere più dolci.
In termini di composizione, l’avifauna nidificante nel complesso mostra parziali affinità con quella della zona dell’alta val Cerusa. Tra le specie di maggior pregio avifaunistico spiccano la Tottavilla in modo particolare, il Calandro e la Cincia dal ciuffo, mentre Pernice rossa, Culbianco e Codirossone appaiono più localizzati.
Per i rapaci diurni l’area, con le sue estese praterie rocciose per lunghi tratti a blanda pendenza, inframmezzate da boschi radi di conifere e da cespuglieti, è determinante per il foraggiamento dei grandi rapaci. La disponibilità di zone rupestri di un certo pregio, specialmente nelle parti più meridionali, è necessaria per le esigenze riproduttive delle specie rupicole.
Anche quest’area è interessata o lambita dai flussi migratori di uccelli seguiti e registrati da molti anni nella ZPS “Beigua Turchino”. In particolare, il transito del Biancone, a marzo e settembre, è registrato nella porzione dell’area di proprietà comunale, sui contrafforti a mare; a maggio la migrazione del Falco pecchiaiolo, con contingenti migratori diretti verso l’Italia nord-orientale, interessa l’area tra Punta Martin e Monte Pennello, seguendo secondo una rotta di norma orientata a nord-est.
Forme di tutela: l’area di pertinenza è individuata in gran parte dalla ZSC IT1331501 Praglia – Pracaban – Monte Leco – Punta Martin e per un certo tratto anche dai limiti della ZPS “Beigua-Turchino” disegnati per arrivare ad includerne alcuni dei settori più pregevoli per l’avifauna. Molte zone sono di proprietà pubblica (Comune di Genova).
Minacce: di diversa natura: dai possibili disturbi in epoca riproduttiva causati dalla grande pressione di escursionisti, soprattutto nei tratti fuori sentiero, a possibili installazioni di parchi eolici. L’esercizio di alcune attività del tempo libero (arrampicata, torrentismo, parapendio, sorvoli di droni) in forma diffusa e cumulativa, data anche la vicinanza del capoluogo ligure, può confliggere con le esigenze di tranquillità e protezione dell’avifauna nidificante, anche se le regolamentazioni di alcune di queste pratiche, rispetto al passato e grazie anche ad una maggior informazione e sensibilità, contribuiscono a mitigarne l’impatto.
un gesto concreto di amore per la natura e gli animali