Alta Valle del Torrente Cerusa/monte Reixa - Monte Dente
Lega Italiana Protezione Uccelli - Sezione di Genova

Lega Italiana Protezione Uccelli - Sezione di Genova | LIPU | Alta Valle del Torrente Cerusa/monte Reixa - Monte Dente

Alta Valle del Torrente Cerusa/monte Reixa - Monte Dente

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Alta Valle del Torrente Cerusa/monte Reixa - Monte Dente

 

Valore e valutazione.  E’ un’area aspra e selvaggia, priva di infrastrutture, a densità abitativa quasi nulla e attraversata dallo spartiacque appenninico principale, con una netta diversità morfologica e ambientale: mette infatti in comunicazione ripidi ambienti di prateria rocciosa con versanti boscosi offrendo condizioni d’attrazione per la fauna selvatica. Costituisce una delle porzioni di maggior pregio naturalistico del Parco del Beigua che la include quasi interamente, ed è notevole per interessi geologici, geomorfologici e mineralogici, oltre che botanici per la presenza di diverse specie della peculiare flora delle serpentiniti e tipi di habitat tutelati dalla Direttiva “Habitat”.

Descrizione caratteri ed elementi: la zona comprende vaste superfici di territorio montuoso dell'Appennino ligure occidentale per un tratto posto lungo lo spartiacque principale, al confine tra le province di Genova e Savona e, per una lunga porzione, del Comune di Arenzano. Di questo complesso montano fanno parte alcune delle maggiori culminazioni quali il Monte Reixa (m 1183) e il Monte Dente (m 1107). Essa è individuata, lungo il versante tirrenico, dal bacino idrografico del Cerusa con gli affluenti di questo, il Rio Gava e Rio Secco; geologicamente ricade interamente nelle Ofioliti del Gruppo di Voltri che determinano una morfologia aspra, accidentata e a forte pendenza. È caratterizzata da forti dislivelli altitudinali (compresi tra un minimo di 385 m e un massimo di 1183 m s.l.m.) e da notevole contrasto degli ambienti vegetali (relativamente all’attiguo versante padano, con fitti boschi di faggi e altre latifoglie montane nei confinanti territori dei Comuni di Tiglieto e Masone). Per quanto riguarda gli altri habitat, sui versanti meridionali predominano praterie, rupi, pietraie e ghiaioni; nei solchi vallivi scorrono numerosi rii e torrenti. Tra i tipi di bosco si ritrovano, a quote inferiori, anche lembi di pineta di diverse specie; tra le formazioni arbustive, largamente diffuse, prevalgono quelle di erica e nocciolo.

Dal punto di vista avifaunistico, è degna di nota il nucleo nidificante di Codirossone; nei vari habitat reperibili nidificano l’Allodola, il Calandro, il Merlo acquaiolo, il Tordo bottaccio, il Saltimpalo, la Magnanina comune, il Luì bianco, il Ciuffolotto, il Fanello, lo Zigolo muciatto, il Corvo imperiale, la Pernice rossa.

Presenti varie specie di rapaci diurni, soprattutto in migrazione, i quali, maggiormente in primavera transitano per il settore meridionale, tra il Passo della Gava e il M. Reixa, ma figurano anche alcuni nidificanti di pregio.

La valle del torrente Cerusa è percorsa in autunno da flussi migratori di piccoli Passeriformi, che la risalgono per superare la linea di spartiacque. Sempre in questa fase, è da segnalare la regolarità delle soste in migrazione post-riproduttiva del Piviere tortolino sulla dorsale arrotondata a quote comprese tra i 1000 e i 1200 metri.

Grado di protezione: fa parte territorialmente del Parco Naturale regionale del Beigua, della ZPS IT131578 “Beigua-Turchino” e della ZSC IT1331402 “Beigua-Monte Dente-Gargassa-Pavaglione”. Dal 1996 al 2003 è stata altresì Oasi provinciale di protezione della fauna gestita dalla LIPU.

Minacce: la zona, che presenta condizioni per una fruizione spesso limitata dalle condizioni meteo avverse (nubi orografiche), è raggiungibile sia dalla strada provinciale 73 sia da una serie di sentieri, più impervi dal versante tirrenico, mentre quelli in risalita dal versante padano (valle Stura) sono a più blanda pendenza. Essa è attraversata dall’Alta Via dei Monti Liguri. Il territorio, per la limitata antropizzazione, mantiene caratteri naturali importanti, ma l’afflusso veicolare lungo la provinciale e i flussi di persone sui maggiori sentieri e nei più frequentati punti di sosta possono rappresentare una forte pressione temporanea e localizzata, tale da innescare fenomeni di degrado e fonti di disturbo.

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