Foto Simonetta Venturini Foto Alessandro Migone
L’attuale drammatico periodo che stiamo affrontando, condizionato dal diffondersi del virus e dalle conseguenze della pandemia sulla nostra quotidianità, comporta, come noto, una serie di limitazioni e restrizioni agli spostamenti: tra queste rientrano anche le attività ricreative e quelle all’aria aperta come ad esempio l’osservazione degli uccelli nei loro ambienti di vita.
Questa giusta limitazione deve servire a farci riflettere sul fatto che la vita selvatica va avanti e i suoi protagonisti, tra i tanti gli uccelli nel nostro caso, seguono le loro immutate esigenze di sopravvivenza e in questo periodo, in particolare, le spinte della riproduzione. E queste dinamiche biologiche, i ritmi della Natura possono essere non solo compresi, ma anche seguiti da casa.
Mettendo in campo attenzione, passione e costanza, dotandoci di un comune binocolo, non sarà difficile nei giardini e negli spazi condominiali, vedere merli, capinere, cinciallegre, alcuni dei quali già impegnati nella costruzione dei nidi ed altri già più avanti alle prese con l’alimentazione dei piccoli. Altre specie ancora sono più indietro, dedite a manifestazioni di affermazione e difesa del territorio di nidificazione.
Malgrado le bizze meteorologiche, facciamo presente che in questo periodo dell’anno che si sta aprendo alla primavera non è necessario o utile somministrare cibo agli uccelli, azione che può tra l’altro creare problemi se inappropriato: ma più in generale il cibo naturale inizia per loro a tornare disponibile in abbondanza e comunque si evitano inutili rischi di dipendenza alimentare di animali selvatici: penseranno loro a cavarsela come avviene da milioni di anni.
Inoltre, in queste difficili giornate di marzo segnate da Covid-19,la migrazione degli uccelli è prossima al suo apice dal punto di vista qualitativo e quantitativo: in continuazione ad una sequenza di avvicendamento, da febbraio ad oggi che ha visto attivi protagonisti, tra i tanti, gru, tordi, storni, colombacci d’ora in poi la diversità degli uccelli andrà via via ampliandosi verso aprile:pettirossi, rondini e balestrucci e poi a breve toccherà a codirossi balie e più avanti silvidi compariranno nei nostri spazi verdi in sosta migratoria, mentre i cieli tra circa dieci giorni accoglieranno moltissimi rondoni comuni che inizieranno ad insediarsi nei nostri centri abitati. Al momento rapaci diurni tra cui gheppi e falchi di palude sorvolano i nostri territori nei loro movimenti migratori verso nord est.
I silenzi, irreali ed inquietanti per molti aspetti, delle nostre città ci danno ancor più modo di sentire, dalle zone alberate e non solo, una miriade di vocalizzazioni, soprattutto i canti territoriali di molte specie di uccelli come quelle nominate sopra e molte altre ancora: questi sono uno dei maggiori “regali”, uno dei piaceri della natura più accessibili che le persone, alle prese con gli obblighi di permanenza a casa, possono sperimentare, ora più che mai, nelle aree urbane e senza neppure bisogno di attrezzature, se non l’attenzione, la concentrazione a prestare orecchio ai suoni della natura.
Luca Baghino
Foto Simonetta Venturini
29/03/2020
un gesto concreto di amore per la natura e gli animali