La specie del mese: il Gufo comune
di Luca Baghino
Lungo 35 cm, il Gufo comune Asio otus è senz’altro una specie interessante per la Liguria dove è presente in modo irregolare, tendenzialmente come sedentario nidificante sui rilievi appenninici in boschi e altre zone alberate, anche all’interno di piccoli centri urbani dell’entroterra; si nutre per lo più di piccoli mammiferi. In questa stagione, è possibile udire il canto del maschio, costituito da una lunga sequenza di note basse e ripetute, non molto forti ma percepibili anche a diverse centinaia di metri.
Il Gufo comune ha un areale di svernamento a tratti localizzato nella parte meridionale di quello di nidificazione: anche nella nostra regione sono noti casi in cui alcuni soggetti possono raggrupparsi in dormitori invernali, localmente composti da alcuni individui insieme, in modo molto caratteristico.
Tali dormitori, che si formano per lo più tra dicembre e gennaio quando la lunghezza del periodo di luce è la più ridotta, possono trovarsi anche nei parchi dove crescono alberi maturi sempreverdi nei quali possono trovare rifugio sicuro per trascorrere la giornata a riposarsi. Il vantaggio di questi raggruppamenti pare legato a una maggior efficienza nel reperire fonti di cibo in un periodo dell’anno non facile per le risorse alimentari.
In questa situazione i gufi comuni che utilizzano i pochi roost (il nome spesso usato per denominare i dormitori) invernali noti nei centri lungo la costa sono punti di aggregazione preziosi ma anche vulnerabili: qui il rispetto e l’attenzione a certe presenze devono essere massimi e non bisogna provocare nessun disturbo con l’avvicinamento e la propria permanenza volontaria sul posto, per far foto, men che meno con l’ausilio di flash o per altre ragioni.
Se da un lato il mimetismo e la discrezione di questi uccelli notturni in molti casi sono una garanzia di autotutela nella scelta dei siti dove possono passare inosservati, dall’altro l’attrazione e il fascino esercitati sull’uomo da questo gruppo animale è tale da imporre la massima cautela per scongiurare disturbi, invece evitabili, che possono portare, nel caso specifico, all’allontanamento dei gufi comuni e comunque a rendere loro la vita più difficile in una fase biologica delicata. L’etica del rispetto e della conservazione dell’avifauna si deve traguardare sempre e in ogni forma, anche con l’astensione da comportamenti egoistici, scorretti o irresponsabili.
un gesto concreto di amore per la natura e gli animali