Una volontaria della LIPU di Genova ci racconta la sua esperienza di volontariato, prestata al Centro recupero uccelli marini e acquatici della LIPU, che siamo lieti di pubblicare e di condividere:
Il C.R.U.M.A. (Centro recupero uccelli marini e acquatici), situato appena fuori Livorno, è un centro di recupero come sintetizzato dall’acronimo, che non si occupa però soltanto di uccelli marini e acquatici o soltanto di uccelli, se è per questo. Tra i suoi ospiti si possono trovare specie appartenenti alle classi più note e quindi anche mammiferi che vengono soccorsi da umani volenterosi.
A settembre ho passato alcuni giorni al centro come volontaria. C’è molto da lavorare e ancora di più da imparare ma si ritorna a casa soddisfatti dell’esperienza avuta.
Certo, bisogna avere spirito di adattamento e motivazione ma ne vale senz’altro la pena.
Nell’immediato periodo che precede l’autunno, l’attività al centro è molto meno frenetica del solito in quanto è già terminato il periodo delle nidificazioni e non è ancora iniziata la stagione venatoria che sono entrambi fattori che provocano il sovraffollamento della struttura, il primo con nidiacei caduti dal nido, abbandonati dai genitori o debilitati, il secondo con esemplari di varie specie feriti per ovvie e tristi ragioni (che però non hanno nulla di ragionevole). In questo periodo di relativa calma, gli ospiti del Centro di cui mi sono occupata erano soprattutto colombi, tortore, rondoni, rondini e balestrucci, piccoli uccelli insettivori e granivori, ricci, merli etc. ma molti altri erano gli animali ricoverati od ospitati negli stabulari in attesa di essere liberati nelle voliere e nei recinti, fra cui gruccioni, rapaci (falchi pecchiaioli, poiane, un falco di palude), rapaci notturni (assioli), un tarabusino, molti gabbiani, un tasso, una volpe…
Ad ogni animale ricoverato è associata una scheda che riporta oltre a nome della specie, causa di ricovero e luogo di ritrovamento, anche i dati del soccorritore. A questa scheda viene attribuito un numero progressivo che accompagnerà l’animale per tutta la durata della sua permanenza nella struttura e che può servire anche per riconoscerlo e darne notizia a chi fosse interessato alla sua sorte.
Il lavoro consiste soprattutto nel nutrire gli animali, pulire gabbie e lettiere rifornendole poi di acqua e cibo, assistere nelle terapie etc. Ma a seconda della necessità ci si può ritrovare ad assistere all’imping di rondoni (ricostruzione di penne danneggiate), all’inanellamento dei gabbiani o a disputare un incontro di “wrestling” con un grosso fagiano indignato per essere stato rinchiuso e trasportato in una scatola di cartone. Diciamo che non c’è proprio tempo di annoiarsi.
Occuparsi degli animali, nutrirli e curarli, sebbene sia impegnativo, dà molta soddisfazione anche se purtroppo non è sempre possibile salvarli tutti e quando questo succede è molto triste.
Per fortuna esistono posti come il C.R.U.M.A (e come altri centri di recupero e soccorso per animali selvatici), anche se in realtà non è merito della “fortuna” ma dell’impegno, della determinazione e forza di volontà di coloro che hanno reso possibile la sua esistenza e che ci lavorano ogni giorno e a volte anche di notte.
La mia permanenza al centro è stata molto interessante e istruttiva e per questo voglio ringraziare tutte le persone che ci lavorano la cui gentilezza e disponibilità è stata per me fondamentale.
Rossana Bagnasco